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Simone Prini

plantari piedi piatti

Piede piatto e piede pronato nei bambini: cosa sono e come trattarli

Il corpo umano subisce continue modiche dalla nascita fino alla completa maturazione ossea, solitamente intorno ai 16-18 anni, è quindi importante seguire tutte queste modifiche in ogni sua fase.

I piedi dei bambini meritano un’attenzione particolare in quanto è molto importante prevenire condizioni patologiche che potrebbero dare origine ad una postura scorretta ed uno sviluppo motorio non ottimale.

Fra questi troviamo i piedi piatti ed i piedi pronati, a volte confusi l’un con l’altro. Vediamo cosa sono e come trattarli! 

Il piede piatto

Un piede è definito piatto quando, in stazione eretta presenta un arco longitudinale ridotto o assente, è una condizione caratterizzata da un’alterazione del fisiologico appoggio plantare, che risulta essere incrementato  in modo anomalo nella regione mediale del piede a causa dell’ abbassamento dell’arco plantare. In parole più semplici: il piede piatto si verifica quando tutta la pianta del piede poggia a terra o quando l’arco plantare è praticamente inesistente. 

Tutti i bambini alla nascita hanno un piede piatto flessibile il cui arco si sviluppa progressivamente con l’età, motivo per cui non dovete allarmarvi se notate una forte riduzione o addirittura un’assenza dell’arco plantare nel vostro bambino prima dei cinque/sei anni. Intorno a questa età sarebbe l’ideale fare una visita ortopedica specialistica per valutare l’appoggio del vostro bambino.

Il piede piatto può essere, dai 5/6 anni in poi, strutturato (di origine congenita) o adattativo (secondario a difetti posturali e ad altre patologie).

 Nel primo caso stiamo parlando di una malformazione congenita che consiste nella presenza di anomale connessioni fibrocartilagine tra le diverse ossa tarsali del retro piede. Questa anomalia è ben tollerata nei primi anni di vita (quando le connessioni fibrocartilaginee mantengono ancora una discreta elasticità), ma diventa nella pre-adolescenza, causa di un piattismo plantare rigido e doloroso. Questo perché nella pre-adolescenza le connessioni fibrocartilaginee vengono a naturale ossificazione, dando luogo alla formazione di anomali ponti ossei conosciuti con il termine di “sinostosi tarsali”.

Nel secondo caso invece, l’attenzione ricade sulla posizione del retropiede: quando la parte posteriore del piede è ruotata verso l’esterno si parla di calcagno valgo, il quale può essere associato ad una riduzione dell’arco dell’avampiede che viene ruotato in senso opposto, con un movimento di pronazione.

Il piede pronato

Il piede pronato o sindrome pronatoria è, quindi, quella condizione clinica in cui il valgismo del calcagno causa una cedimento verso l’interno di tutto il resto del piede (pronazione) cambiando l’appoggio del piede a terra e distribuendo in modo errato i carichi su tutto l’arto inferiore.

É abbastanza intuitivo come una diversa postura del piede vada a modificare anche la posizione ed il lavoro muscolo –tendineo delle articolazioni al di sopra di esso, come il ginocchio e l’anca. Nella vita adulta le conseguenze del piede pronato comprendono alluce valgo, dita a martello, fasciti plantari, metatarsalgie, tendinopatie (soprattutto a carico del tendine del muscolo tibiale posteriore), artrosi e crollo della volta plantare. Quando il piede pronato è molto marcato, anche l’articolazione del ginocchio si adatta a questa condizione, strutturandosi in valgismo. 

Quali sono i fattori che contribuiscono alla formazione di queste due condizioni?

Le principali caratteristiche sono:

  • Brevità del tendine d’Achille
  • Iperlassità costituzionale
  • Sovrappeso
  • Scarsa attività fisica
  • Esecuzione del passo e della corsa in modo scorretto

Come posso capire se mio figlio ha i piedi piatti o pronati?

Un metodo molto semplice per vedere se tuo figlio ha il piede piatto è osservare l’impronta che lascia il piede sulla sabbia o sul tappeto dopo la doccia (la parte centrale dell’orma deve essere più stretta rispetto ad avampiede e retropiede). Per quanto riguarda la pronazione invece devi osservarlo da dietro per vedere se il piede cede verso l’interno. Ovviamente questi sono sistemi empirici, utili per il genitore, che al minimo sospetto deve prima di tutto effettuare una visita specialista per accertarsi del quadro clinico. D’altro canto lo screening del piede è inserito nel bilancio di salute che lo specialista in Pediatria effettua all’età di 6 anni.

Come posso correggere/aiutare il mio bambino?

Il piede è un organo di movimento e la sua maturazione corretta è legata alla giusta esecuzione del movimento stesso, per cui è fondamentale porre l’attenzione sulle capacità motorie del bambino che, se necessario, deve essere correttamente educato. Di fondamentale importanza è saper giocare: correre, saltare, camminare scalzi su terreno accidentato e se indicato dal medico specialista l’utilizzo di un paio di plantari realizzati su misura

Il trattamento con i plantari

I plantari sono forse il rimedio più conosciuto al piede piatto e al piede pronato. Gli ausili ortopedici possono dare infatti un contributo positivo incidendo significativamente sull’evoluzione naturale svolgendo un’azione di supporto terapeutico mitigando i disturbi funzionali e dando una posizione biomeccanica più corretta. La tipologia di plantare che dovrà essere realizzata sarà indicata dal medico specialista ma fra i più conosciuti troviamo:

 

  • Plantare Martorell con ¼ sfera
  • Plantare con sostegno della volta e cuneo di supinazione
  • Plantare elicoidale
  • Plantare Lelièvre

 

 

I piedini della foto appartengono ad un bambino con un problema di piede piatto-valgo. I genitori hanno deciso, consigliati dallo specialista, un approccio conservativo tramite l’utilizzo di plantari su misura. Il risultato positivo ottenuto è visibile anche nella foto ed emerge ancora più chiaramente dal test stabilometrico. Questo test (a destra dell’immagine) misura le oscillazioni del baricentro e da informazioni sulla stabilità del paziente.

Trattamento tramite intervento chirurgico

 Il trattamento chirurgico dei piedi piatti diventa necessario quando il medico specialista ritiene che ormai il piattismo nel bambino sia irreversibile, di grado elevato e/o doloroso (due condizioni che spesso coesistono).

La correzione chirurgica del piede piatto è fortunatamente ottenuta praticando un  intervento mini-invasivo, eseguito in anestesia locale nel corso di un breve ricovero. Si tratta di una procedura  che consente l’immediata e duratura normalizzazione dell’arco plantare. Questo intervento, detto  di “artrorisi o calcaneo stop” , consiste nell’applicazione di una piccola vite nella regione del retropiede. Questa vite è posta in modo tale da limitare l’iperpronazione del retro piede ed indurre la formazione dell’arco plantare. L’induzione avviene attraverso un intervento di rimodulazione posturale che sfrutta la naturale elasticità del piede ancora in accrescimento (per questo l’ intervento non è più praticabile in età adulta).

Quindi cosa devo fare se mio figlio ha i piedi piatti o pronati?

Come sempre l’importante è effettuare quanto prima una visita specialistica al fine di inquadrare la problematica e valutare il trattamento migliore. Per ottenere un risultato a medio lungo termine è  fondamentale intervenire in modo tempestivo nella correzione e nello sviluppo motorio posturale globale approcciando la problematica a 360°  ricordandosi sempre come dico ai miei pazienti che: ”i piedi sono le fondamenta della nostra casa, come possiamo pretendere di avere i piani superiori in bolla se le nostre fondamenta sono cresciute storte?” 

 

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