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Simone Prini

ortesi in silicone

Le ortesi in silicone: cosa sono e quando si utilizzano

Il silicone è un materiale di nuova generazione che possiede particolari caratteristiche di morbidezza, elasticità, durata, atossicità, praticità d’uso ed è prodotto in molteplici varietà.
Le sue possibilità di impiego nella creazione delle ortesi, ha dato vita ad una vera e propria tecnica detta “ortoplastica”.

Vediamo come si realizzano e quando sono utili nel trattamento di alcune patologie scheletriche!

Come possono essere le ortesi in silicone e quando si utilizzano?

Solitamente, le ortesi in silicone, vengono utilizzate durante la fase del cammino all’interno di calzature abituali con una punta possibilmente arrotondata.
Vengono realizzate su misura e sono destinate principalmente alle dita del piede e all’avampiede e possono essere:

  • Correttive: quando tendono a ridurre malformazioni o deformazioni riducibili o correggere difetti posturali.
  • Protettive: quando isolano una zona sensibile, lesa, dolente

Di quale materiale è composta un’ortesi in silicone e come viene realizzata?
L’elastomero di silicone è un bi-componente, composto da una base e da un catalizzatore, liquido o in pasta che, opportunamente mescolati, si legano rendendo  indeformabile l’ortesi con buone caratteristiche di resistenza e di elasticità.
L’impasto ottenuto, viene modellato direttamente sul piede del paziente, in scarico o in carico, dando vita all’ortesi in silicone.

Quali patologie si possono trattare con le ortesi in silicone?

Le patologie più frequenti in cui è possibile intervenire utilizzando le ortesi in silicone sono:

  • Alluce valgo
  • Dita a griffe
  • Quinto dito varo
  • Deviazione delle dita
  • Amputazione

Ma vediamo più nello specifico!

Alluce valgo

L’alluce valgo causa spesso dolore e un’insufficienza biomeccanica nella fase propulsiva del passo, l’ortesi
verrà realizzata in modo tale da ripristinare la leva meccanica corretta interponendo del silicone fra l’alluce
ed il secondo dito e, in alcuni casi, ricoprire l’articolazione stessa.

Dita a griffe

In questo caso dobbiamo prima verificare quante dita sono interessate dall’atteggiamento in griffe vale a
dire, se la deviazione/deformazione è monodigitale o pluridigitale.
Solitamente questo patologia crea seri conflitti con la tomaia delle calzature, dando luogo a lesioni che
possono essere: dorsali,  apicali  o dorso apicali.
Andremo quindi a realizzare un’ortesi atta a proteggere lo sfregamento delle dita e, se necessario,
amplieremo la leva meccanica così da ottenere un doppio compenso: protezione e riallineamento!

Quinto dito varo

Il 5° dito varo è una deformità del piede, il cui nome si deve alla posizione che assume il dito che appare
deviato verso il lato interno del piede. Presenta le stesse caratteristiche di un alluce valgo, ma in
atteggiamento inverso.

L’ortesi da realizzare sarà protettiva e modellata come un anello con un prolungamento a copertura
dell’articolazione.

Deviazione delle dita

“L’accavallamento” delle dita è un’alterazione biomeccanica abbastanza frequente, prevede il disassamento
di un singolo dito o può interessare più dita che si intrecciano tra di loro con aspetti diversi.
Questa alterazione si può verificare nei bambini come nei soggetti adulti.
Se la deformità, in base alla sua rigidità o elasticità ce lo consente, verrà realizzata un’ortesi che “avvolge” il
dito interessato o si prolunga nelle dita vicine così da ottenere una posizione biomeccanica corretta.

Amputazione del dito

Qualunque sia l’origine dell’amputazione, il vuoto lasciato dalle dita mancanti crea uno scompenso
biomeccanico, ed il nostro corpo cercherà naturalmente di riadattare le dita attigue per ritrovare una “nuova
stabilità” che però potrebbe peggiorare l’appoggio biomeccanico dell’intero avampiede.
In questo caso, sarebbe preferibile provvedere con la realizzazione di un’ortesi riempitiva per evitare un
disordine articolare.
Prima di procedere con questo trattamento è fondamentale la buona cicatrizzazione della cute!

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