Realizziamo dispositivi ortopedici su misura coniugando tecnologia e artigianalità, supportata da una continua ricerca e utilizzo dei migliori materiali sul mercato

Tutti i prodotti che realizziamo sono personalizzati sulle esigenze del paziente

a

Simone Prini

Fascite plantare: come ridurre la sintomatologia dolorosa con l’utilizzo dei plantari ortopedici su misura

La vita frenetica, l’utilizzo di calzature non idonee ed un errato appoggio biomeccanico del piede possono far insorgere patologie come la fascite plantare.
Vediamo come migliorare il dolore ed il nostro appoggio per riuscire a recuperare il nostro benessere fisico!

Che cos’è la fascite plantare?

La fascite plantare è un’infiammazione delle strutture legamentose che occupano il piano superficiale della pianta del piede che si divide in tre parti: intermedia, laterale e mediale. La parte intermedia è triangolare ed il suo apice si inserisce nella tuberosità del calcagno mentre la base corrisponde alle articolazioni metatarso– falangee. Le parti laterale e mediale della fascia continuano con la parte intermedia e si portano in profodità raggiugendo il V° osso metatarsale, lo scafoide, il I° cuneiforme e il I° metatarsale.
Tendenzialmente, la fascite, si manifesta con uno o più dei seguenti sintomi:

  • bruciore della fascia plantare
  • crampi durante la fase del cammino o a riposo
  • dolore simile ad uno spillo nell’arco plantare

Se non trattata nei tempi e nelle modalità corrette può progredire e aiutare a sviluppare delle spine calcaneari.

Cosa provoca la fascite plantare?

Alla base di questa patologia c’è frequentemente un appoggio biomeccanico del piede scorretto. Gli errati rapporti di allineamento fra diversi segmenti scheletrici (retro piede-  mesopiede-avampiede) portano tensioni alla componente legamentosa obbligandola a lavorare su un asse di carico errato che, perpetrato nel tempo,origina una sintomatologia dolorosa. Le tipologie di piede che sono più soggette a questo tipo di patologia infatti sono il piede pronato o il piede piatto.

Esistono poi dei fattori predisponenti allo sviluppo di questa patologia come:

  • sovrappeso
  • utilizzo si calzature senza una differenza tacco punta (drop)
  • attività sportive da sovraccarico(basket, pallavolo, running etc.) svolte utilizzando calzature non
    idonee

Cosa fare quindi se avverto questo tipo di dolore?

La cosa più importante è, possibilmente in tempi rapidi dall’insorgenza della sintomatologia, effettuare una visita specialistica ortopedica o fisiatrica così da essere certi della propria situazione clinica. Il consulto conlo specialista è fondamentale per stabilire il piano terapeutico atto la risoluzione del quadro doloroso che va
sempre approcciato a 360°. Frequentemente vengono infatti prescritte delle terapie fisiche unite all’utilizzo di plantari realizzati su misura.

A cosa servono quindi i plantari su misura per la fascite e come vengono realizzati?

I plantari su misura servono a riallineare l’errato rapporto articolare fra retro piede – mesopiede ed avampiede oltre che cambiare il proprio assetto posturale, così da portare i piedi in una posizione di scarico e ridistribuzione dei carichi durante lo svolgimento dell’elica podalica nella fase del cammino.
Per realizzarli è necessario rivolgersi ad un tecnico ortopedico che, in sede di visita, effettuerà un’analisi baropodometrica valutando il quadro biomeccanico che ha generato il  sintomo doloroso.
Successivamente si sceglieranno i materiali conformi alla risoluzione della patologia che non dovranno mai essere eccessivamente rigidi per non sollecitare ulteriormente la zona dolorosa.
Per raggiungere lo scopo è necessario che i plantari vengano realizzato con materiali specifici per le calzature in cui si dovrà indossarli.
Per esempio, i plantari che dovranno essere utilizzati in una scarpa da running non potrà essere realizzato con dei materiali uguali a quelli che si sarebbero utilizzati nel caso fossero stati realizzati per una scarpa di tutti i giorni in quanto le calzature hanno caratteristiche tecniche molto differenti che possono inficiare il corretto lavoro delle ortesi realizzate.

Quindi non posso mettere i plantari in tutte le scarpe?

I plantari sono removibili e calzabili in tutte le calzature dalle caratteristiche tecniche similari.

Quali caratteristiche devono avere le calzature?

Come spesso dico ai miei pazienti, sono importanti i plantari ma anche il contenitore in cui li si utilizza.

Le caratteristiche più importanti per un corretto funzionamento dei plantari sono:

  • Differenza tacco punta di almeno 1 – 1,5 cm
  • Contrafforti della zona calcaneare semirigidi
  • Chiusura con stringhe o eventualmente con doppi velcri
  • Suola semirigida possibilmente in gomma
  • Punta arrotondata
  • Soletta interna estraibile

In quanto tempo quindi avrò un miglioramento o una totale risoluzione del dolore?

Partendo dal principio che ogni paziente è differente e quindi il risultato può variare da soggetto a soggetto, tendenzialmente, se vengono rispettate le indicazioni ricevute dallo specialistica e dal tecnico si può avere un miglioramento del quadro clinico entro 30 giorni dall’inizio del trattamento con i plantari.

Attenzione però, essendo la fascite plantare una patologia di derivazione meccanica, se passata lasintomatologia dolorosa si andranno a rimuovere i plantari, è possibile a  medio-lungo termine che si ripresentino i dolori iniziali.

Ma allora dovrò portare i plantari a vita?

La risposta più sincera è NI’, nel senso che all’inizio andranno indossati almeno 8 ore al giorno per 6 giorni a settimana e, con il passare del tempo, si potrà ridurre la tempistica in quanto i nostri piedi memorizzeranno a livello propriocettivo la posizione corretta.
Purtroppo i plantari non sono nel soggetto adulto un correttivo scheletrico ma un compensativo. Sarebbe quindi buona norma, al fine di garantire una corretta deambulazione  e rallentamento dei processi degenerativi scheletrici, non abbandonare mai del tutto l’utilizzo dei plantari.